Tony Effe e la lana nell'ombelico
Perché non sono queste le battaglie che dovremmo combattere
Una cosa di cui sono profondamente certa è che non ci sia bisogno, sempre, di esplicitare la propria opinione. Ogni tanto si può tacere e, a volte, si deve tacere. In linea generale identifico tre casistiche in cui un bel tacer non fu mai scritto:
quando non ne so abbastanza di un argomento o non ho le competenze per poterne sapere abbastanza;
quando la mia opinione non aggiunge niente di utile al dibattito in corso;
quando l’argomento è talmente irrilevante che non merita né il mio tempo né il mio impegno mentale.
Ecco, la polemica sulla partecipazione di Tony Effe al concertone di Capodanno, per me, occupava la terza posizione di questo podio: mi sembrava tutto così assurdo, così esasperato e così cringe che non trovavo giustificabile spendere anche solo un minuto del mio tempo per formulare un pensiero al riguardo. Poi ad un certo punto è diventato tutto talmente assurdo, talmente esasperato e talmente cringe che ha fatto il giro ed è diventato interessante.
La prima domanda che mi è sorta quando ho cominciato ad interessarmene è stata ma dove è iniziato tutto questo? Giornali e social parlavano di generiche polemiche ma, di preciso, polemiche di chi? Inoltre mi chiedevo ma Comune di Roma tutto ok? visto che prima inviti un artista e poi gli dici grazie ma no grazie manco si fosse proposto lui. Quindi credo che la prima cosa da fare per sviluppare un’opinione indipendente e autonoma sulla questione sia quella di fare un passo indietro e ripercorrere i fatti di questa vicenda così poco interessante da mobilitare l’Italia da una settimana.
Inizia tutto con l’assessore ai grandi eventi del Comune di Roma, Alessandro Onorato, che, con il benestare del sindaco Roberto Gualtieri, sceglie la line-up del concertone di capodanno 2025 della capitale, Mahmood, Mara Sattei e Tony Effe, e il 12 dicembre la annuncia in conferenza stampa.
Il giorno dopo scoppia il putiferio. Dalle mie ricerche risulta che la prima a muovere polemica sia stata l’associazione femminista Differenza Donna che ha parlato di «Una scelta scellerata fare un concerto, dove il target saranno le ragazze e i ragazzi, nel quale sarà tra i protagonisti un cantante come Tony Effe, autore di testi sessisti, misogini e violenti» e minacciando «Vogliamo sperare che il sindaco Gualtieri intervenga immediatamente per rimediare a questo invito improvvido e inopportuno. Se così non fosse Differenza Donna e, siamo certe, tutta la Roma femminista proseguirà nella protesta e nello sdegno».
Ed in effetti a questo coro si aggiungono ben presto le consigliere municipali e le rappresentanti PD romane, seguite dalle rappresentanti capitoline di Azione e da quelle di Fratelli d’Italia.
A questo punto al sindaco Gualtieri non rimane che chiedere a Tony Effe «di fare un passo indietro e di rinunciare ad esibirsi nel concerto di capodanno al Circo Massimo» adducendo come scusa il fatto che Capodanno non deve essere un’occasione divisiva ma un momento di unione. Mah.
Il resto è storia nota: sui social si comincia a parlare di censura (sic!) verso il povero Tony Effe e, in solidarietà, intervengono Mahmood e Mara Sattei rinunciando alla loro presenza e lasciando, di fatto, il palco del concerto di capodanno vuoto. Anche Emma, Noemi, Giorgia, Lazza e Jovanotti esprimono solidarietà nei confronti del collega.
A questo punto, mentre Roma ha il palco cittadino deserto, Tony Effe approfitta della bagarre per organizzare in tempo zero una data alternativa al Palazzo dello Sport al prezzo simbolico di 10€ a biglietto, andata quasi sold-out nel giro di 24 ore.
Io credo che basti l’esposizione nuda e cruda dei fatti per farsi un’idea precisa sull’efficacia dell’operato di chi ha mosso le prime critiche. Ma, per amor di completezza, prendiamo in esame ancora un paio di aspetti.
Tony Effe è un trapper italiano, ex Dark Polo Gang, che ha riscosso un certo successo negli ultimi anni, tanto da essere presente nella top ten degli artisti più ascoltati in Italia nel 2024:
Una top ten monopolizzata al 90% da maschi e al 100% da trap e rap i cui testi, è cosa nota, sono un tripudio di ostentazione, culto del denaro, violenza, misoginia e spesso razzismo e omofobia.
Tony Effe si adegua al trend del suo genere snocciolando alcune rime agghiaccianti:
Sono Tony, non ti guardo nemmeno
A novanta così neanche ti vedo
Mi dici che sono un tipo violento
Però vieni solo quando ti meno
Prendo una bitch,
diventa principessa
Le ho messo un culo nuovo,
le ho comprato una sesta
(...)
Arriva Tony, inizia il party
Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte
Con una sola botta faccio due gemelli
(...)
Copro la mia pu**ana di gioielli
Ma non sei la mia tipa, quindi niente anelli
Non voglio trovare giustificazione ad un modo di esprimersi che non mi appartiene e che non dovrebbe appartenere a nessuno, ma qui ci troviamo di fronte ad un vero e proprio elemento caratteristico del genere musicale e non ad un elemento peculiare del cantante in questione. E visto che questo genere musicale costituisce il 100% della top ten degli ascolti in Italia, forse, più che vietarlo, converrebbe chiederci perché i giovani ne sono così attratti, invece di pensare di risolvere il problema polemizzando all’infinito sull’esibizione di uno solo dei suoi rappresentanti (e neanche il più violento).
Non voglio parlare di censura nei confronti di un maschio bianco famoso, ricco, che ha e ha sempre avuto tutti gli spazi in cui potersi esprimersi compreso, nel 2025, il palco di Sanremo. Ma è fuor di dubbio che vietare la sua esibizione abbia rappresentato agli occhi dei più un atto di imposizione oscurantista che ha generato non solo un’ondata di solidarietà ma anche di notorietà e visibilità: well done associazioni femministe👍
Come al solito mi sembra che si stia perdendo tempo ed energie a togliersi l’ennesimo batuffolo di lana dall’ombelico mentre ci sono donne che muoiono nel silenzio assordante di un frastuono mediatico costruito sulle rime becere di un cantante.
Ieri, 19 dicembre, mentre tutta Italia era impegnatissima a biasimare Tony Effe si è compiuto il femminicidio numero 106 del 2024: Emanuela Massicci è stata uccisa dal marito nella loro casa di Ripaberarda ad Ascoli, in cui erano presenti anche i figli di 8 e 10 anni.
Benché siamo tutti d’accordo sul fatto che la violenza di genere sia un problema culturale, non sarà perdendo tempo a vietare che lo risolveremo ma piuttosto costruendo buone prassi e pianificando percorsi di educazione sessuo-affettiva fuori e dentro le scuole.